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Le sette colline di Lisbona, tra storia e leggenda
domenica, dicembre 20, 2015
Storia e leggenda si confondono nel racconto sulla nascita
di questa città. Magica, poetica e romantica Lisbona, ancora una volta mi
stupisce.
Comincio questo post con una leggenda sulla fondazione di
Lisbona e sulla nascita delle sue sette colline.
Prima ancora che fosse
occupata da Fenici e Romani, esisteva qui un regno chiamato “Ofiusa”, abitato
da enormi serpenti. La regina, bellissima, aveva volto e busto da donna ma coda
da serpente.
Nel corso del suo viaggio qui arrivò Ulisse, che, incantato
dalla bellezza e ricchezza della terra, decise di edificare qui Ulisseia.
Appena lo vide, la regina s’innamorò perdutamente di lui, tanto da essere
disposta a cedergli Ofiusa in cambio del suo amore. Ulisse accettò, temendo la
sua ira, e approfittando per far riposare il proprio equipaggio e per fare
rifornimenti, ma qualche giorno dopo partì, lasciando sola la regina. Quando
questa si svegliò e non lo trovò accanto a sé, arrabbiata e profondamente
ferita, nonostante la sua grossa coda non le permettesse di muoversi con grande
velocità, arrivò dalla collina su cui viveva fino al fiume Tago (Tejo), lasciando
dietro di sé le sette colline su cui sorge oggi Lisbona. Queste, infatti,
tendono tutte al fiume Tago, verso la ricerca dell'unico, vero e grande Amore.
Santa Catarina
La collina che va da Largo Camões al Bairro Alto a Calçada
do Combro e con uno dei miradouro più belli, Santa Catarina Adamastor.
La leggenda legata a questo colle riguarda un'espressione
popolare portoghese: “ficar a ver navios”, che significa aspettare qualcosa che
non succederà, qualcuno che non arriverà.
Una prima spiegazione è legata ai tempi delle grandi
navigazioni e scoperte, quando molti portoghesi si recavano, appunto, sulla
collina di Santa Caterina, punto molto alto della città con vista sul Tago,
sperando nel ritorno di D. Sebastião, re del Portogallo scomparso in Africa nel
1578, rifiutando di credere alla sua morte. Ovviamente il re non fece mai
ritorno.
La seconda spiegazione è legata al fatto che, da Santa
Caterina, le donne aspettassero le navi con a bordo i mariti di ritorno dai
viaggi nel nuovo mondo, ma molte volte senza successo.
L'ultima interpretazione è legata all'arrivo tardivo del
generale francese Junot a Lisboa, nel novembre 1807, durante l'invasione
francese. La leggenda narra che, dall'alto del miradouro di Santa Caterina, il
generale vide la flotta con a bordo la famiglia di corte portoghese partire
alla volta del Brasile, rimanendo, letteralmente, a guardare le navi senza
riuscire mai a catturare i reali.
Chagas
Una prima leggenda narra che in passato questa collina e
Santa Caterina costituissero un colle unico, chiamato Pico do Belveder, ma che,
in seguito al terremoto e al conseguente maremoto, venne scavata una profonda
depressione, dove oggi si trova l'elevador da Bica, che divise il monte in due.
L'altura di Chagas prende il nome, appunto, dalla chiesa di
Chagas e comprende Largo do Carmo e l'area circostante. Secondo un'altra
leggenda, sarebbe stato in questa chiesa il venerdì delle ceneri del 1542 che
Camões vide per la prima volta Natércia, dama di Corte di cui s’innamorò
perdutamente.
è la collina di Sâo Pedro de Alcantara, della chiesa di São
Roque e in generale del Bairro Alto.
La statua raffigura in realtà Eduardo Coelho, fondatore del Diário de Notícias, uno dei principali quotidiani portoghesi che ha fatto la storia del paese, la cui sede, molto caratteristica, si trova in Piazza Marquês de Pombal.
Il giornalista José Eduardo Coelho fondò il quotidiano più di 150 anni fa insieme a Tomás Quintino Antunes, proprietario della Tipografia Universal, che si trovava nel Bairro Alto, in rua dos Calafates, che oggi invece si chiama proprio Rua Diário de Notícias.
Santo André
È la collina più alta di Lisbona, per questo sia dal
miradouro da Graça che da quello di Nossa Senhora do Monte si gode di una vista
spettacolare su tutta la città. La leggenda su questa collina riguarda la
piccola chiesa di Nossa Senhora do Monte. All'interno di questa cappella c'è
una sedia di pietra, su cui, secondo la leggenda, le donne incinte si siedano
per avere un parto felice (e dove si narra si sia seduta anche Maria Anna
d'Asburgo, incinta dell'erede al trono).
Una leggenda narra che durante la riconquista cristiana
della penisola iberica, il cavaliere dell'esercito cristiano di D. Afonso
Henriques, Martim Moniz, realizzando che una delle porte della città era per
metà aperta, sacrificò la sua stessa vita frapponendo il proprio corpo per
impedire che la porta si chiudesse, permettendo così l'accesso all'esercito
cristiano e la conquista della città.
São Vicente
È la collina di Alfama, con Sâo Vincente da Fora, Sé, Santo
Estevão ed il Pantheon, che identifica la Chiesa di Santa Engracia, da cui deriva
l'espressione portoghese "Opere di Santa Engracia", che si usa per
indicare qualcosa senza una fine.
La leggenda riguardante questa chiesa è legata ad un giovane
ebreo condannato al rogo dall'Inquisizione il 3 Febbraio, 1631.
Si dice che una suora si fosse innamorata del giovane Simon
Pires Solis, così grande era il loro amore che ogni notte il ragazzo si recava
di nascosto al convento per vedere l'amata.
Una notte, il tabernacolo della chiesa venne rubato, e Simon
Solis, che fu visto di notte vicino alla chiesa, fu denunciato all'Inquisizione
e condannato a morte. Mentre veniva portato al rogo, passando per le opere
della Chiesa di Santa Engracia, disse: "Muoio innocente! Ed è certo che io
sono innocente come è certo che queste opere non verranno mai terminate!”.
Da allora, 1631, i lavori per Santa Engracia sono stati
difficili da terminare. Quando i lavori erano stati quasi completati, la cupola
crollò e per difficoltà tecniche non vennero ripresi. Dopo il terremoto del
1755 è stato provato di nuovo a ricostruire il tetto, ma è solo nel 1966 con
Salazar che la chiesa venne definitivamente terminata.
Sant'Ana
Sant'Ana
La colina di Sant'Ana è una delle più centrali di Lisbona, comprendendo
la zona di Martim Moniz, Praça da Figueira e Arroios.
Una delle piazze principali di quest'area, che in passato si
chiamava, appunto, Campo de Santana, oggi viene chiamata Campo dos Mártires da
Pátria. Questa piazza ha avuto, nel corso degli anni, molteplici usi, da piazza
in cui venivano eseguite le condanne a morte, a piazza per gli spettacoli dei
tori, a piazza che ospitava la Feira da Ladra.
Dal 1879 la piazza ha cominciato ad essere identificata con
l'attuale nome in memoria dell'esecuzione sulla forca il 18 ottobre 1817 di
Gomes Freire de Andrade e di 11 suoi compagni, accusati di cospirazione contro
il generale Beresford, che al tempo aveva la reggenza della città per conto del
governo britannico. Il fatto intensificò ulteriormente il malcontento verso gli
inglesi, che portò nel 1820 alla Rivoluzione e alla caduta del maresciallo
Beresford. Per questo Gomes Freire de Andrade è ritenuto da sempre uno dei
simboli della lotta per la libertà nella storia portoghese.
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