giovedì, ottobre 26, 2017
Barcelona: October at the beach, part II
giovedì, ottobre 26, 2017English Version Below - Il sabato ci svegliamo, ci prepariamo e andiamo a " Mercantic ", un mercato coperto a Sant Cugat i...
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Il sabato ci svegliamo, ci prepariamo e andiamo a "Mercantic", un mercato coperto a Sant Cugat in cui organizzano degli eventi tutti i fine settimana.
Avevamo pensato di mangiare lì, ma vista la marea di gente e la coda ad ogni stand/bar/ristorante ci spostiamo in un ristorante in centro. L'ordine è folle: il cameriere, probabilmente -e spero- al suo primo giorno di lavoro, alla domanda "l'hamburger ha la cipolla?" risponde "non lo so". Noi così :O. E io aggiungo: "e il bacon?" e lui:"credo di sì". Gli chiediamo se per favore potrebbe verificare, ma probabilmente l'"assurda" richiesta non gli piace, visto che poi, mentre sparecchia, ci rovescia il vassoio sulle borse e i cappotti.
Usciamo da lì con l'odore di hamburger ancora addosso -e te credo- e torniamo a casa.
Io mi lavo e mi preparo per andare al Camp Nou con Adri. Incredibile come dopo 10 mesi a Barcellona e dopo aver conosciuto quasi tutti i calciatori del Barça, io non sia ancora stata al Camp Nou.
Prendiamo la maglietta di Messi allo store del Barcelona dentro lo stadio e entriamo. È incredibile. Per me niente sarà mai come San Siro (per ovvie ragioni), ma devo ammettere che anche questo non è niente male. Il Barça vince e i catalani esultano tra un "Visca Barça" e un coro per l'indipendenza della Catalunya.
Dopo la partita facciamo a piedi fino a Muntaner (un bel pezzo di strada), poi io prendo il ferrocarril e Adri la metro.
Dopo lo stadio dovrei uscire con Maria, ma non ho la forza neanche per fare le scale.
Decidiamo di restare a casa per riposarci per il giorno seguente, per cui riproponiamo il pranzo di Mercantic.
Ma siccome il Mercantic non s'adda fa', troviamo un'altra volta tutto pieno.
Andiamo allora al "Mercat Vell", un food market coperto, con una varietà di cucine che spazia dal sushi alla carne alla griglia, dalle tapas al ristorante vietnamita.
Io prendo del sushi, Maria un ramen.
Tutto molto buono e piuttosto economico.
Facciamo un giro a Sant Cugat, poi torniamo a casa a prepararci per la serata.
Alle 20:30 siamo al Gatsby, dove ci incontriamo con alcuni miei amici, con cui poi verso le 23:00 andiamo al Nuba.
A mezzanotte, mezzanotte e mezza, Maria se ne va per prendere l'ultimo ferrocarril, e io resto con altri amici.
Con loro poi, una volta finita la serata al Nuba, mi sposto allo Shoko: "Erano almeno tre anni che non venivo allo Shoko" mi dice uno di loro, non so neanch'io come ho fatto a trascinarceli.
Restiamo fino alle 5, in realtà loro se ne vogliono andare prima, ma siccome io devo aspettare il primo ferrocarril, loro aspettano con me.
Ho i piedi distrutti dai 18 milioni di km fatti e la temperatura fuori è decisamente più bassa rispetto a quando ho deciso di uscire solo con una giacca di pelle.
Non credo di aver mai desiderato così tanto arrivare a casa.
Il giorno seguente nessuna sveglia.
Mi alzo, credo alle 12:00, e prendo il ferrocarril per Catalunya. Scendo a Provença e vado a mangiare alla Cerveceria Catalana. Prendo un piatto misto di tapas più un piatto di patatas bravas, che non possono mai mancare.
Esco dal ristorante e vado direttamente dal dentista, con cui ho appuntamento alle 16:00.
Faccio il controllo, esco e mi trovo con Barbara per una passeggiata sulla mia via preferita nel mondo: la Rambla.
E questa è sempre una delle cose che mi piace di più fare. Ed è così che decido di passare la mia ultima sera a Barcellona.
Torno a casa e preparo la valigia e le mie cose per la mattina seguente.
Mi sveglio presto, alla stessa ora di Maria, così possiamo andare a fare colazione insieme.
Andiamo in un bar molto caratteristico vicino alla stazione, poi prendiamo il treno insieme per Plaça Catalunya.
Il treno mi fa ricordare quanto odiassi prendere i mezzi pubblici quando andavo in Università, soprattutto la mattina all'ora di punta. È strapieno di gente, ovviamente stiamo in piedi, a Maria scoppia uno yogurt in borsa e una ragazza mi sviene addosso. Senza la benché minima collaborazione della gente attorno quando chiedo aiuto perché "una ragazza sta male".
E questo viaggio della speranza -unito agli altri- mi fa rendere conto di quanto fosse bello, e diverso, vivere in centro, a un minuto dalla Rambla, a 5 minuti da Plaça Catalunya e a 15 minuti dal mare.
On Saturday: we woke up, got ready and went to "Mercantic", an indoor market in Sant Cugat where some events are planned every weekend.
We thought about lunching there, but due to the multitude of people and the queue at every stand/bar/restaurant, we headed for a restaurant in the center of Sant Cugat. The order was crazy: the waiter, probably -and hopefully- at his first day of job, when asked: "Is there onion in the burger?", answered: "I don't know". We were like: :O. Then, I added: "And bacon?" and he said: "I think so". We asked him if he could kindly check, but probably he didn't like the "crazy" request. Since then he spilled all the trash on the tray on our bags and jackets while clearing the table.
We left still smelling of burger -of course- and went back home.
I had a shower and got ready to go to the Camp Nou with Adri. Unbelievable how, after 10 months in Barcelona and after meeting almost all the players of Barça, I haven't been at the Camp Nou yet.
We bought Messi's t-shirt at the Barcelona Store inside the stadium and got in. It's incredible. To me, nothing will ever be as San Siro (for obvious reasons), but I have to say that this one is not that bad either. Barça won and Catalans exulted between a "Visca Barça" and a stadium chant for Catalunya's independence.
After the match we walked to Muntaner (quite a long walk), then I took the ferrocarril and Adri the metro.
After the match, I should have gone out with Maria, but I was so tired that I felt I couldn't even climb the stairs.
We decided to stay home to get some rest for the following day, when we had planned again lunch at Mercantic.
But since Mercantic is not going to happen, we found again full.
So, we went to "Mercat Vell", a food court with several cooking: from sushi to grill meat, from tapas to Vietnamese restaurant. I got a sushi, Maria a ramen.
Everything really good, and quite cheap.
We then had a tour in Sant Cugat, then we went back home to get ready for the night.
At 8:30 pm we were in Gatsby, where we met with a few friends of mine I then went to Nuba with.
Around midnight, Maria left to catch the last ferrocarril and I stayed with other friends.
With them, I went to Shoko after Nuba: "I haven't come to Shoko since at least three years" one of my friends told me. I don't even know how I managed to drag them there.
We stayed there until 5 am. Actually they wanted to leave earlier, but since I had to wait for the first ferrocarril, they waited with me.
My feet were destroyed by the 18 millions km done. And the temperature outside was definitely lower than when I decided to go out only with a leather jacket.
I think I have never wished that much to go back home.
The day after, no alarm.
I woke up, I think at 12:00 pm, and took the ferrocarril to Catalunya. I got off in Provença and went to lunch at Cerveceria Catalana. I ordered a plate of mixed tapas and one of patatas bravas, I can never fall short of.
I left the restaurant and went straight to the dentist, where I had an appointment at 4:00 pm. I had a checkup, left and met with Barbara for a walk on my favorite street in the world: La Rambla.
And this has always been one of the things I like the most. And that's how I decided to spend my last night in Barcelona.
I went back home and packed my stuff for the morning after.
I woke up early, at the same time as Maria, so that we could go to have breakfast together.
We went to a really characteristic cafe close to the station, then we took the train together to Plaça Catalunya.
The train reminded me how much I used to hate to take public transport when I was going to University. Especially at rush hour. Bursting of people, obviously standing, a yogurt blew up in Maria's bag and a girl fainted on my shoulder. With no collaboration of the people around when I asked for help because: "a girl was feeling bad".
And the journey of hope -together with the other- made me realize how good -and different- was to live in the city centre. One minute far from the Rambla, 5 minutes to Plaça Catalunya and 15 to the beach.