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An Irish weekend: The journey of hope
martedì, aprile 17, 2018English Version Below -
Venerdì io e Simo (soprannominati per il weekend “gruppo Dublino”) lasciamo l’ufficio alle 19:30 diretti all’aeroporto di Zaventem, a 10 minuti dall’ufficio.
Atterriamo all’aeroporto di Dublino alle 23:00 ora locale (che sarebbero le 24:00 a Bruxelles). Appena fuori dall’aeroporto troviamo il bus diretto a Galway (che costa 20 euro se si acquista il biglietto a bordo, 18 online, ma le prenotazioni chiudono mezz’ora prima della partenza). Arriviamo a Galway alle 2:15, ovviamente distrutti. Laura, une delle mie migliori amiche da sempre, ci viene a prendere alla stazione. Breve fun fact (non tanto fun per Simo): l’obiettivo principale della mia visita è andare a trovare Laura, che sta facendo un Master di un anno a Galway, che lei ha sempre definito “a city close to Dublin”. Due giorni prima di partire Simo mi dice: “Ah ma tra l’altro, ‘sta Galway dov’è?!”. E io rispondo che in realtà non ne ho la più pallida idea. E lui mi risponde, ridendo e scherzando: “ah bene, immaginati se è dall’altra parte dell’Irlanda!”. Apriamo Google Maps e sì, Galway è esattamente dall’altra parte dell’Irlanda. Gli rispondo: “Dai Simo, guarda il lato positivo, a chi capita di fare Irlanda coast-to-coast?!”. Beh diciamo che lui non ha preso troppo bene la cosa.
Tornando al “viaggio della speranza”, come è stato soprannominato il nostro weekend irlandese, tra una cosa e l’altra ci addormentiamo alle 4.
Il giorno dopo ci svegliamo con molta calma, facciamo colazione e andiamo a visitare Galway. Non che ci sia molto da visitare: è più la passeggiata sull’Atlantico, camminare per le caratteristiche vie del centro, e respirare un po’ l’atmosfera tipica delle città irlandesi. La cultura del pub, dell’uscire presto la sera e della birra (che tra l’altro io non bevo). La musica dal vivo, gli addii al nubilato e al celibato (per qualche strano motivo Galway è una meta molto popolare per questo tipo di turismo), e le ragazze super truccate. Torniamo a casa, ceniamo, ci prepariamo e usciamo di nuovo. E la sera tutto viene elevato al quadrato: le ragazze sembrano uscite da Geordie Shore, i pub sono tutti pieni, e sembra che mentre noi siamo tornati a casa due/tre ore, tutti gli altri sono rimasti in giro a bere birra. Principali differenze con la vita notturna del Mediterraneo o di qualsiasi grande città (che si spiega totalmente considerato che Galway né sta sul Mediterraneo, né è una grande città -nonostante sia la terza dell’Irlanda): tutto chiude alle 2:30, e non esistono discoteche. Quindi alle 2:30 tutti sono per strada, gran parte ubriachi, o sulla via di casa.
Domenica ci svegliamo verso le 10:00, facciamo un brunch con fajitas e io e Simo andiamo a prendere il bus per Dublino.
Dublino è completamente diversa: innanzitutto è una città. Ha ovviamente un’alta percentuale di turisti, ma anche la sua buona parte di Irlandesi, che mantengono intatta la propria pub-culture, la musica dal vivo in gran parte dei bar e il consumo di birra a ogni orario del giorno. E ha poi scorci bellissimi sul fiume, con le case a mattoni rossi e i pub dalle insegne accese, che tentano i vari turisti che cercano di ripararsi dal freddo o dal vento.
Alle 23:00 circa, dopo una birra e un Irish coffee, prendiamo uno dei tanti bus per l’aeroporto.
Ceniamo da Mc Donald’s e lì sistemiamo le sedie in modo da metterci a dormire, visto che il nostro volo non parte che alle 6:20. Ovviamente tra gente che fa Skype in viva voce e gente che per sedersi a mangiare fa più rumore che se stessero traslocando casa, riposare non è un’impresa facile. Ma dopotutto ci avevamo preso quando l’abbiamo soprannominato viaggio della speranza.
On Friday, Simo and I (renamed “Dublin Crew” for the weekend) left the office at 7:30 pm heading for Zaventem Airport, 10 minutes far from the office.
We landed in Dublin at 11 pm local time (which would be 12pm in Brussels). Right outside of the airport, there is the bus to Galway: the ticket costs 20 euros if you buy it on board and 18 if you buy it online, but bookings close 30 minutes before departure.
We arrived in Galway at 2:15 am, obviously deathly tired. Laura, one of my best friends since forever, came to pick us up at the station.
Little fun fact (not that fun for Simo): the main goal of my trip was to visit Laura, who is attending a year Master Degree in Galway, that she has always defined “a city close to Dublin”. Two days before leaving Simo asked me: “Ah, by the way, where is this Galway?” And I answered that actually I had no clue at all. And he would say, laughing: “Ok, well. Imagine if it’s on the other side of Ireland”. We opened Google Maps and yes, Galway is right on the opposite side of Ireland. I told him: “C’mon Simo, it’s not that bad: who has the chance to do an Ireland coast-to-coast tour?!”. Well, let’s say that he didn’t take it well.
Going back to the “Journey of Hope”, as our Irish weekend had been nicknamed, between this and that we went to bed at 4 am.
The day after, we had a very slow breakfast and we left to explore Galway. Not that there’s much to explore: it’s more the walk by the Atlantic Ocean, the promenade around the characteristic streets of downtown, and breathe the typical Irish cities’ atmosphere. The pub culture, the going out early at night, and the beer (which, by the way, I don’t even drink). The live music, the bachelor and bachelorette's parties (for some weird reason Galway is a popular destination for this kind of tourism) and the girls wearing a lot of make-up.
We came back home, had dinner, got ready and left again. And at night, everything goes way bigger: girls look all like Geordie Shore’s contestants, pubs are all full, and it seemed that, while we went back home for a couple of hours, everyone else stayed around drinking beer.
Main differences with whatever Mediterranean or big city nightlife (which makes totally sense considering that Galway is nor Mediterranean nor big, despite it’s the third town in Ireland): everything closes at 2:30 am, and there is NO club at all. So at 2:30 everyone is in the street, lot of them drunk, or on the way back to home.
On Sunday, we woke up around 10:00, had a brunch with fajitas then went to take the bus to Dublin.
Dublin is completely different: first of all is a city. It has obviously a high percentage of tourists, but also its good part of Irish, who keep untouched their pub culture, the live music in lots of bars and the beer consumption at every hour of the day. And it has awesome views on the river, with red bricks houses and pubs with colourful signs on, tempting tourists who try to get shelter from the cold or from the wind.
Around 11 pm, after a beer and an Irish coffee, we took one of the several buses to the airport. We had dinner at Mc Donald’s and there we put chairs in order to get some sleep, since our flight was supposed to leave at 6:20. Obviously, among people skyping on speakerphone and people that to sit down to eat make more noise than if they would move house, rest is not an easy one. But after all, we got it right when we nicknamed it “Journey of Hope”.
3 commenti
Dublino è assolutamente una delle città che mi è piaciuta di più in Europa, merita tantissimo!
RispondiEliminaGalway invece non ho la più pallida idea di dove sia :D
Grazie per il commento :D
EliminaSu Dublino sono d'accordo con te: ha vari elementi comuni (per forza di cose) a varie città europee, ma ha anche tratti distintivi e unici, come tutte le città che si trovano su un'isola.
Su Galway, non ti preoccupare, anch'io non ne avevo idea prima di andarci :) In realtà è molto carina e probabilmente molto più "irlandese", nel senso che è molto più rappresentativa della cultura: ci sono sicuramente più città in Irlanda che assomigliano a Galway, che a Dublino.
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