Australia, here I am (reflection)

English Version Below -  Sono venuta in Australia con l’idea di lavorare in uno dei settori che preferisco: l’ Hospitality .  Hospitali...


English Version Below - Sono venuta in Australia con l’idea di lavorare in uno dei settori che preferisco: l’HospitalityHospitality, per noi “alberghiero”, comprende ristoranti, bar, alberghi, e tutti i lavori ad essi legati.

Quando, un anno e mezzo fa, ho iniziato a lavorare come cameriera, l’ho fatto solo perché non volevo cercare nessun lavoro “serio” mentre aspettavo il mio visto per gli USA. Si è presentata l’occasione di un ristorante di conoscenti che apriva e sono stata praticamente obbligata da mia madre ad andarci, dato che ero a casa a non fare niente.

Però poi mi piaceva, andavo a lavorare e non mi pesava, anzi, mi divertivo, e ho fatto passare mesi senza cercare qualcosa che fosse legato al mio campo di studi.

E poi un giorno mi sono svegliata, ho preso in mano la mia vita e ho iniziato a mandare curriculum. E mi si sono presentate diverse possibilità, e ho solo dovuto scegliere. Ho scelto innanzitutto di partire per la Thailandia per uno stage in eventi, che è sempre stata una delle mie passioni. Ho avuto più difficoltà a decidere se partire da lì a due settimane per un altro stage. I miei genitori preferivano che restassi a casa per quei tre mesi prima di andare in Thailandia, ma io di stare a casa non ne potevo più, avevo bisogno di partire per una nuova avventura, di ricominciare a vivere. Perché mi sentivo bloccata in un periodo morto mentre l’orologio andava avanti.

E così sono andata a Lisbona, ed è stata una delle scelte migliori che io abbia mai fatto. Prima di tutto perché mi ha permesso di vivere un’esperienza fantastica in una città che mi resterà per sempre nel cuore, ma anche perché mi ha permesso di realizzare che quella che fino a quel momento vedevo come una possibile carriera, in realtà non mi interessa per niente. E mi è bastato un giorno per capirlo. E dopo una settimana ne ero sempre più convinta. Perché passare ogni giorno della mia vita dietro un computer semplicemente non fa per me. Per quanto mi possano piacere i social media, per quanto mi piaccia il marketing, ho bisogno di qualcosa di più attivo, ho bisogno di movimento, ho bisogno di novità, di creatività, ho bisogno di non annoiarmi, e soprattutto, ho bisogno della gente.

E questo mi ha riportato a pensare: quali sono le priorità nella vita? Fino ad ora, nel mio percorso di studi, ho sempre pensato in prospettiva ad un bel lavoro, che, soprattutto, mi permetta di guadagnare bene. Ma le esperienze ti cambiano, e ti fanno cambiare idea. E io adesso so che quello che voglio dalla vita è un lavoro che amo, perché l’unico modo che abbiamo per essere felici è amare quello che facciamo tutti i giorni.

Quindi eccomi qua, dopo 10 mesi, 3 continenti e 4 lavori, a cercare ancora di capire cosa voglio e cosa non voglio fare della mia vita, e come riuscire a ottenerlo.



I came to Australia with the idea of working in one of the businesses I prefer: hospitality.

When, a year and a half ago, I began to work as waitress, I did it only because I didn’t want to look for any “serious” job while I was waiting for my visa to the US. I grabbed the occasion of a new family friends’ restaurant opening: I basically got forced by my mother, since I was at home doing nothing.

But then I liked it, I used to go to work and it didn’t weigh on me, actually I had fun, and I let the months pass without looking for anything related to my field of study.
But one day I woke up, I took the reins of my life again and began to send CVs around.
And several possibilities showed up, and I only had to choose. I decided, first of all, to leave to Thailand, three months later, for an internship in events, that has always been one of my passions. It was harder, though, to decide if leaving or not in two weeks for another internship. My parents really wanted me to stay at home, since I would have gone to Thailand three months later. But I had no more of being at home, I needed to leave for another adventure, to restart to live. 
Because I felt stuck in a dead time, while my clock went on.

So I went to Lisbon, and it was one of the best decisions I have ever made. First, because it allowed me to live an amazing experience in a city I will always keep in my heart, but also because it allowed me to realize that what, until then, I saw as possible career, wasn’t actually right for me at all. And it took me one day to understand it. And after one week I was more and more decided. Because spending a life in front of a screen is just not for me. No matter how I like social media, how I like marketing, I need something more active, I need the action, the change, the creativity, the newness, the innovation, I need not to get bored and, above all, I need people.

And this brought me back to think: what are priorities in life? Until now, in my scholastic path, I have always thought, in prospective, about a good job, that, above all, would have allowed me to earn good money. But experiences change you, and make you change your mind. And now I know that everything I need from a job is to love it, because the only way to be happy is to love what we do every day.


So, here I am, after 10 months, 3 continents and 4 jobs, still looking for what I want and don’t want to do with my life, and how to get it

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