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One week in Barcelona, part II.
martedì, settembre 05, 2017
L’ultimo giorno di
lavoro il piano era, una volta tornata a casa, incontrarmi con Benny, che nel frattempo è venuta a Barcellona, e
poi uscire. Peccato che mi sono
addormentata sul divano alle 10 di sera e non mi sono più rialzata fino alla
mattina dopo.
Il giorno dopo, il nostro ultimo giorno a Barcellona inizio con il riconsegnare l’uniforme del congresso
in ufficio. Da lì io e Benny andiamo a pranzare al Nacional, considerato uno dei migliori ristoranti di Barcellona.
Personalmente credo che sì, sia buono, ma un po’ troppo turistico, e di
conseguenza piuttosto caro.
Dopo il pranzo torniamo verso Gracia, dove ho un colloquio
per lavorare ad un congresso di qualche giorno a settembre. In realtà vado perché
ho preso l’impegno, ma non avendo più una casa qui non ho intenzione di tornare
esclusivamente per l’evento.
Da lì andiamo a casa
di Lollo, che ci aspetta per ridarci i nostri “pacchi”: 9 scatoloni che abbiamo lasciato a casa sua due mesi fa e
che non ci siamo ancora riprese. Ci ha dato un ultimatum: “entro il 31 agosto
veniteveli a prendere, perché poi io me ne vado e ve li lascio in strada”. Ed eccoci
qua, il 30 agosto, a riprenderceli. Non
vi dico nemmeno come abbiamo dovuto fare per portarceli a casa. Ma non è finita
qui.
Dopo aver lasciato i pacchi a casa, ci incamminiamo verso l’ufficio
dell’amministratrice dell’appartamento
in cui vivevamo, che non ci ha
ancora ridato la cauzione. Non solo, ha anche smesso di rispondere a tutti
i messaggi e le chiamate. Sì, è
letteralmente sparita, e con lei il nostro deposito. E abbiamo pensato: “ok,
alle chiamate e ai messaggi puoi anche non rispondere, ma se ci presentiamo
sotto il tuo ufficio non puoi di certo scappare”. E invece sì, può. Abbiamo
chiesto di lei al portiere, ed è scesa un’altra donna: “No io non so niente,
Leonor se n’è andata alle 18.00, e bla bla bla”. Ma ci ha solo convinto del
fatto che Leonor in realtà fosse lì, semplicemente ci stava evitando un’altra
volta. E così ci siamo appostate lì
sotto. Dopo una mezz’oretta ci abbiamo riprovato, questa volta la Benny da
sola, ed è scesa un’altra donna dicendo: “Mi hanno detto, se qualcuno chiede di
Leonor, di dire che non c’è”. E ovviamente abbiamo avuto un’ulteriore conferma
del fatto che lei fosse lì. Dopo un’altra ora di appostamento, con la
collaborazione dei dipendenti della Cerveceria Catalana e senza traccia di
Leonor, abbandoniamo la missione. E
prima di andarcene uno dei camerieri ci dice: “Ragazze, ma lo sapete che c’è un’altra
uscita sull’altra strada?”. Prima regola
degli appostamenti: verificare che ci sia un’uscita sul retro.
Torniamo a casa alle
9. Devastate dalla giornata e con i pacchi
da disfare pronti ad aspettarci. Ci mettiamo un’ora e mezza a far entrare
il più possibile nelle valigie, e poi portiamo i pacchi rimasti nella nuova
casa di Davide.
Alle 23.00 torniamo a casa. Abbiamo il volo alle 8.15 della mattina dopo. Dobbiamo essere in aeroporto alle 7.00. Due persone normali andrebbero a letto e riposerebbero prima del viaggio. Due persone normali. Io e Benny ci prepariamo e alle due siamo fuori dal Pacha, con le valigie. Tutti quelli che ci conoscono non sanno se essere più stupiti per il fatto che siamo tornate, o per il fatto che arriviamo con due valigie. Poi quando spieghiamo che abbiamo il volo alle 8.15 perdono le speranze: “Chissà se la metterete mai a posto la testa...”.
Alle 23.00 torniamo a casa. Abbiamo il volo alle 8.15 della mattina dopo. Dobbiamo essere in aeroporto alle 7.00. Due persone normali andrebbero a letto e riposerebbero prima del viaggio. Due persone normali. Io e Benny ci prepariamo e alle due siamo fuori dal Pacha, con le valigie. Tutti quelli che ci conoscono non sanno se essere più stupiti per il fatto che siamo tornate, o per il fatto che arriviamo con due valigie. Poi quando spieghiamo che abbiamo il volo alle 8.15 perdono le speranze: “Chissà se la metterete mai a posto la testa...”.
Last day of work: the plan was, once at home, meet with Benny, who joined me in
Barcelona by that time, and go out. Too
bad I fell asleep on the couch at 10 pm and I didn’t get up until the morning
after.
The day
after, our last day in Barcelona, I
went to the office to return the uniform
of the congress. After that, Benny and I went to have lunch at the Nacional, considered one of the best
restaurants in Barcelona. Personally, I believe that yes, it’s good, but too
touristic, and as such, quite expensive.
After lunch,
we went back to Gracia, where I had
an interview to work in a few days congress
in September. From there, we went to Lollo’s place, who was waiting for us to
give us our “packages” back: 9 boxes
we left at his place two months ago and we never took back. He gave us a
deadline: “before August 31st, I have to leave my flat, so you have to come to
pick them up or I will leave them in the street”. So, there we were, August 30th, to take them back. I cannot even say what we had to do to take them
at home. But it’s not over.
We left the
boxes at home and walked to our flat
manager’s office. We left the flat at the end of June and she still hasn’t given us our deposit back. Not
only, she also stopped answering our calls and texts. Yes, she literally disappeared, and our deposit with her. So, we
thought: “ok, you can avoid our calls and texts, but if we come by your office
you can’t just run away”. Actually yes, she could. And she did. We asked to
talk to her to the doorman, another lady came and said: “I don’t know anything,
Leonor left at 6 pm, and bla bla bla”. But she only convinced us that Leonor was
actually there, she was simply avoiding us one more time. So, we lurked around her office. After half hour, we tried again.
This time Benny tried it alone, and another lady came, saying: “I have been
told to say Leonor is not here, if someone asks for her”. And obviously that
was a further confirmation that she was there. After one more hour of stakeout,
with the collaboration of the employees of Cerveceria Catalana and with no
track of Leonor, we abandoned the
mission. And when we were leaving, one of the waiters told us: “Oh girls,
do you know there is also another exit on the other street?”. First rule of stakeouts: check if there is
a back door.
We came back home at 9.00 pm. Dead-tired and with the boxes waiting to be unpacked. It took us
one hour and a half to amass more stuff we could in our baggage. Then, we
brought the boxes left to Davide’s new place. At 11 pm we got at home. We had the flight at 8.15 am the morning
after. We had to be at the airport at 7.00 am. Two normal people would have
gone to bed to rest before traveling. Two normal people. Benny and I got ready
and at 2.00 am we were outside Pacha,
with our baggage. All the people who know us didn’t know if they had to be more
surprised because we were back or because we were there with two suitcases.
Then when we explained we had our flight at 8,15 they gave up hope: “Who knows if you two will ever get it
together...”.
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