Last days in Singapore

English Version Below -  Venerdì me la prendo comoda: esco per le 11 per andare ai  Botanic Gardens , che sono a 10 minuti da casa di Mol...

English Version Below - Venerdì me la prendo comoda: esco per le 11 per andare ai Botanic Gardens, che sono a 10 minuti da casa di Mollie.


È un parco immenso, con piante di ogni tipo, dei giardini dedicati e uno spazio con persone che giocano a cricket, fanno picnic o si rilassano. Il giardino con le orchidee è lo spazio con il maggiore numero di orchidee di diverso tipo al mondo. In mezzo all’artificialità di tutto ciò che li circonda, i giardini conservano l’autenticità di un paesaggio che non è andato perduto, che ne fanno Patrimonio dell’Unesco.
I fiori brillano dei loro mille colori, resi ancora più accesi dalla luce di una bella giornata di sole. È uno spazio che trasmette tranquillità e serenità, perfetto per passare una domenica pomeriggio in famiglia o per rilassarsi dopo il lavoro: è un posto che ti calma, ti mette in pace col mondo, e soprattutto con la natura, autentica e quasi primordiale, che ti circonda.

Mi piacerebbe passare lì anche il pomeriggio, ma ho appuntamento con una ragazza conosciuta in ostello (appuntamento a cui ovviamente arrivo in ritardo). Ci incontriamo fuori dall’ArtScience Museum, già la struttura architettonica è straordinaria: presenta, infatti, una struttura asimmetrica che ricorda un fiore di loto. Dalla base circolare fissa a terra, circondata da un laghetto di ninfee, partono i dieci petali -chiamati anche dita- che presentano altezze e estensioni differenti. L’ingresso del museo, invece, è in un edificio separato, interamente di vetro.

Dopo un’ora e mezza di coda riusciamo a entrare. L’idea del museo è quella di avere per lo più esibizioni temporaneeFuture World cerca di ricreare i 4 elementi della natura in un mondo del futuro: ci sono quattro sale, ognuna collegata ad un diverso elemento. 
La cosa che mi colpisce di più è come la mostra integri perfettamente gli interessi di adulti e bambini: è uno spazio molto interessante per gli adulti e allo stesso tempo divertentissimo per i bambini, che non solo giocano, ma che imparano e mettono alla prova se stessi e la propria capacità di collaborare con gli altri.


Una delle parti che ho preferito è una sala in cui i bambini colorano dei pesci a loro piacimento, li scannerizzano e poi li vedono comparire su di un maxi-maxi schermo che ricostruisce un oceano in cui nuotano i pesciolini di tutti i bambini. Mentre guardavo fluttuare il mio pesce palla mi sono soffermata ad osservare le reazioni di tutti i bambini -e dei genitori-, e penso che potrei stare ore a guardarli, a competere tra di loro per il pesce più bello o ad emozionarsi per così poco, ma genuini in tutto quello che fanno.

Il giorno dopo decido di andare a Sentosal’isola davanti a Singapore. Detto così sembra un viaggio vero e proprio, in realtà prendo la metro fino a Harbour Front, ultima fermata della circle line, e da lì c’è uno shuttle che ti porta a Sentosa in 10 minuti. Scendo a Beach Station, faccio una passeggiata fino alla fine della spiaggia. Paragonata al mare e alle spiagge della Tailandia questa non è granché, ma il mare è sempre mare. Prendo poi il pullman (gratis) che fa il giro dell’isola e arrivo all’altro capo della spiaggia, giusto per esplorare un po’ l’isola, e torno indietro a piedi. 

Ad un certo punto mi trovo sulla sinistra un ponte di legno un po’ traballante che porta ad un altro piccolo isolotto che rappresenta il punto più a sud di tutta l’Asia Continentale. Attraversando il ponte mi sento un po’ Jack Sparrow e un po’ Cristoforo Colombo alla scoperta delle Americhe. Arrivata dall’altra parte salgo in cima alla torretta di legno, che mi fa sentire ancora più Cristoforo Colombo, e da lì la vista su Sentosa è magnifica.
Da lì Sentosa sembra un’isola deserta, con una natura incontaminata ed un mare cristallino. In realtà Sentosa è un’isola divertimenti, per adulti e bambini, con un grande parco giochi, un parco acquatico, party in piscina, ecc. Ma l’illusione non fa male.
In una città dove ogni cosa è pensata e voluta, costruita artificialmente su misura, dagli spazi architettonici perfettamente funzionali, all’idea di una natura immutata, al caos programmato, all’illusione di qualcosa che non c’è, o che non è.



On Friday, I took my time: I went out around 11 am to go to the Botanic Gardens, 10 minutes far from Mollie’s place.

It is like a huge park, with any kind of plants, theme gardens and an area with people playing cricket, picnicking or relaxing. The orchids’ garden is the space with the highest number of different orchids in the world. In the middle of the artificiality of everything around, the gardens keep the authenticity of a landscape which hasn’t got lost, making them Unesco World Heritage. 
The flowers shine of their thousand colors, made even more vivid by the light of a good sunny day. It is a place that instills calm and serenity, perfect to spend a Sunday afternoon with family or to relax after work: it is a place which calms you, which makes you feel at peace with yourself, with the world, and, above all, with the authentic and almost primordial surrounding nature.

I would have loved to spend even the afternoon there, but I had to catch up with a girl met in the hostel (I obviously got there late). We met up outside the ArtScience Museum: even the architectonic structure is wonderful: it has an asymmetric structure, reminding of a lotus flower. From the circular base fixed to the ground, surrounded by a water lilies’ lake, 10 petals –also-called fingers– departure, with different heights and extensions. The entry to the museum, whereas, is in a separate building, all made out of glass

After an hour-and-a-half-line we managed to get in. The core idea of the museum is to have mainly temporary exhibitionsFuture World tries to recreate the 4 elements of nature in a future world: there are four rooms, all of them related to a different element. The most surprising thing (to me) is how the exhibition perfectly integrates the interests of adults and kids: it’s a space very interesting for adults and at the same time really entertaining for the children, who not only play, but learn and test themselves and their capacity to cooperate with others. One of the parts I preferred has been a room where the kids paint the fishes they have picked up, then they scan them and watch them appear on a huge screen recreating an ocean where all the children’s fishes swim. While I was watching my puffer fish fluctuate I lingered to observe all the kids’ –and parents’- reactions, and I thought I could have stood there for hours to watch them, to compete among each other for the most beautiful fish or to get excited for so little, but genuine in whatever they do.

The day after I decided to go to Sentosa, the island in front of Singapore. Said like this, it looks like a real trip, but I actually took the subway to to Harbour Front, last stop of the circle line, and from there a shuttle getting to Sentosa in 10 minutes. I got off in Beach Station, and had a walk until the very end of the beach. Compared to the sea and the beaches of Thailand this is not a big deal, but ocean is always ocean. I then took the (free) bus going around the island and I got to the other end of the beach, just to explore the island, and I walked all the way back.
At a certain point, I found on my left a wobbly wooden bridge bringing to another little island, which represents the Southernmost point of Continental Asia. Crossing the bridge I felt a little like Jack Sparrow and a little like Cristoforo Colombo discovering the Americas. Got to the other side, I climbed the wooden tower, which made me feel even more like Cristoforo Colombo, and up there the view on Sentosa is amazing.

From there, Sentosa looks like a desert island, with an uncontaminated nature and a crystal clean water. Actually Sentosa is an entertainment island, for adults and children, with a big funfair, a water park, pool parties, etc. But the illusion doesn’t hurt.


In a city where everything is thought and soughtartificially built on measure, from the perfectly functional architectonical spaces, to the idea of a primeval and unspoiled nature, to the programmed chaos, to the illusion of something that is not there, or is not that.


You Might Also Like

0 commenti

Flickr Images