sabato, novembre 28, 2015
Porto, impressioni di novembre
sabato, novembre 28, 2015Mille sensazioni diverse in una città che riflette i contrasti delle epoche e delle culture che l'hanno attraversata....
Mille sensazioni diverse in una città che riflette i contrasti delle epoche e delle culture che l'hanno attraversata. Piena di storia, di cultura, di colori, di amore, di malinconia, di luci, di calore umano. Da una parte la parte vecchia della città, dichiarata Patrimonio dell'Unesco, dall'altra la zona moderna, riabilitata interamente quando Porto è stata dichiarata capitale della cultura, nel 2001.
Misteriosa, magica, incantata e fiabesca, come il punto di partenza del mio tour, la Libreria Lello e Irmão e la sua scala ad infinito, in cui J.K. Rowling ha iniziato a scrivere Harry Potter, e a cui chiaramente si è ispirata. Sensazione amplificata dalle facciate color oro, ottone e onice, dai negozi di caramelle che sembrano quasi finte, da quelli di bottoni, di vecchie porcellane e da quelli di oggetti che ormai non appartengono quasi neanche più alla memoria, ma solo alla storia.
Malinconica, nostalgica, a tratti triste con quel barocco esasperato, come la Torre dos Clérigos, con una struttura e dei colori che la fanno quasi sembrare una torre di sabbia, e che offre una delle viste più belle sulla città. Dall'alto di Porto la prima cosa che si nota è il fiume serpentesco che la costeggia e la separa da Vita Nova de Gaia, il Douro, su cui si riflettono tutti i colori e le luci del mattino. Mille tetti, mille case che dall'alto non sembrano avere 10 cm una dall'altra, tutte di altezze diverse, come un tetris; ecco: da qui Porto sembra un pittoresco tetris.
Come dicevo, piena di contrasti, che la rendono
ancora più affascinante. Come il contrasto straordinariamente terrificante di
un padre e un figlio che fanno
l'elemosina insieme. Il padre che suona Edith Piaf (che già per me è un
colpo al cuore), mentre il bimbo, lamentandosi del freddo, muove una
marionetta.
Ma il freddo di Porto (e arrivando da Lisbona i gradi in meno si sentono) viene compensato dal caldo dei cuori, dall'atmosfera dei ristoranti, dove ti capita di mangiare accanto a sconosciuti, che immediatamente diventano tuoi compagni di cena, di viaggio, e di avventura. 10 gradi e cenare all'aperto, ma con una vista che già da sola scalda l'animo, e i gamberi, il vino e le discussioni sul calcio fanno primavera. “À moda do Porto” non si usa solo per la trippa, ma indica un modo di stare nei ristoranti, di chiacchierare ad alta voce, con chiunque ci sia attorno, senza preoccuparsi di non ridere ad alta voce per non disturbare, perché se per una sera condividi il ristorante è come se condividessi una parte di viaggio, e di vita.
Ma istintivamente la
prima sensazione che associo a Porto è quella dell'atmosfera romantica che si respira la sera, con tutte le luci della città che si riflettono sul
fiume, con quel “freddo ponte di
ferro” che scalderebbe anche Maria de Filippi e Costanzo, che quando il sole si abbassa dietro le case lontano,
e i colori, e le luci, e il fiume, e il Porto, voglio vedere a chi non
brillano almeno un po' anche gli occhi.