Lisbona by Night

Visto che ancora non ho raccontato di nessuna serata a Lisbona , partiamo col botto. Sabato sera . Eravamo io, Simona (la mia amica in...

Visto che ancora non ho raccontato di nessuna serata a Lisbona, partiamo col botto.

Sabato sera. Eravamo io, Simona (la mia amica in visita) e il mio coinquilino colombiano. Sembra l'inizio di una barzelletta, sì beh è stato peggio.

La serata comincia al pomeriggio (quanto mi piace questo ossimoro), con 4 jinjinha em copo de chocolate come aperitivo.
Parentesi: la jinjinha è un liquore tipico alla ciliegia, che si beve in questi bicchieri di cioccolato (in pratica uno shot di mon cheri). Se passate da Lisbona dovete provarla, la trovate in qualsiasi bar dal Bairro Alto ad Alfama.

Dopo un'ottima cena al Da Prata 52 (se vi trovate in zona Baixa lasciate perdere quelli super turistici e provatelo), vinho tinto, altre jininha e 4 pullman persi torniamo a casa. A no, abbiamo fatto tappa a prendere un'altra bottiglia di vino. La conversazione con il tizio del negozio è stata una delle cose più imbarazzanti della serata, e sono state tante (tipo che lui: “Di dove siete?” Io: “Italia (pausa) anzi di dove pensi che siamo?” ... Lui: faccia tipo WTF?! Ed è andata solo peggiorando).

Sto ancora cercando di capire come io e Daniel abbiamo finito quella bottiglia di vino (Simona dormiva, anche questo ancora non mi spiego), e come cazzo abbiamo fatto a metterci 2 ore a uscire di casa. Fatto sta che all'una e mezza eravamo di nuovo fuori, diretti al Bairro Alto (la zona migliore per andare a bere).

Dopo 6 shot, 16milioni di situazioni assurde, tipo Daniel sparito per mezzora (ho scoperto solo ieri che stava rischiando la vita con un tizio tipo Tuco di Breaking Bad, la storia neanche ve la spiego per questioni prettamente legali), io e Simona a parlare mezzora in inglese e spagnolo con un tizio, e scoprire poi che è di Palermo, ci siamo resi conto che al Bairro eravamo rimasti solo noi, il tizio pazzo di colore che canta e parla da solo, e la pioggia. Decidiamo di andare a ballare, ma invece di dire al tassista la via di una qualsiasi discoteca diciamo la via di casa. Viaggio con il tassista a disagio per quanto fossimo imbarazzanti e stonati a cantare Wonderwall.

La serata non poteva che concludersi con la nostra coinquilina che mentre stavamo andando a letto esce dalla stanza e ci chiede se per favore possiamo fare più piano. Vi delizierei con un qualche video a caso, ma non ho ancora avuto il coraggio di aprirli.

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